XIV° - EUTANASIA INFANTILE - "MAMMA NON VOGLIO MORIRE"
Ora, qui, val la pena d'interrompere la serie di post, che mio papà intende dedicare ad un tema molto delicato, per inserirne subito uno riguardante un evento che mi ha fatto gioire.
Il sito di Tony Assante, che per definirlo in questo preciso momento non trovo altro aggettivo diverso da "sontuoso", ha pubblicato un mio scritto. Capperi! Gli autori di un sito tra i più interessanti in Italia, anche grazie alla collaborazione di Renzo Allegri, hanno apprezzato un mio lavoro! C'è di che gioire, e non poco. Anche perché si tratta di un articolo in cui per la prima volta m'impegno ad affrontare un argomento proposto dalla cronaca sociale. E che argomento tremendo!
Fino a marzo del corrente 2006, ho sempre scritto soltanto di fatti e sentimenti che mi riguardavano personalmente. Inoltre, giovanissimo e ancora tutto preso dagl'impegni scolastici e di stage, fino a poco tempo fa dei giornali leggevo soltanto le pagine sportive. E, ancor prima, le mie letture erano prevalentemente di questo tipo che, avendone sottomano un campione, voglio far vedere al lettore, affinché se ne faccia sveltamente un'idea precisa. (E anche perché, lo confesso, letture di questo genere fanno parte della mia passione più grande, che tende a coinvolgere il mio prossimo.)
Una passione che coltivo fin da quando ero ancora piuttosto piccolino.
Studio delle prestazioni dei purosangue, in una casa di montagna in ristrutturazione.
Poi, una mattina di marzo di quest'anno, a vent'anni appena compiuti, ecco che su un giornale appare una notizia che cattura il mio interesse e fa sorgere in me dei sentimenti forti. Era ciò che aspettavo? Sì, penso proprio di sì. L'aspettavo per verificare la presenza, o l'assenza, di una mia capacità d'esprimere qualche parere sensato su questioni non più riguardanti soltanto me, bensì di grande importanza per tutte le persone di questo mondo. Attendevo uno spunto da una notizia che si presentasse a me suscitandomi istintive reazioni forti, cosicché io potessi essere sicuro di trovarmi a parlare ad altre persone stando dalla parte delle Cose naturalmente Giuste. E sì, perché, tra le poche cose che ho ben appreso fino ad ora, una è questa: ho capito che, se uno si mette a ragionare, viene immancabilmente influenzato da preconcetti e convenienze di parte e col ragionamento può arrivare persino a trovare sofisticate giustificazioni per i crimini più orrendi, programmati proprio dalla "ragione" di qualcuno.
Letta la notizia su un giornale, l'essenza della quale aveva scatenato una polemica furibonda (particolare appreso dall'articolo e che mi aveva fatto provare una sensazione di disorientamento), sono corso a comprare altri quotidiani e ho continuato ad acquistarne tanti per una settimana intera. Così ho potuto documentarmi al suono di diverse campane e mi sono messo a scrivere sapendo bene ciò che volevo comunicare.
Quale era il tema che mi ero accinto a svolgere scrivendo i miei convincimenti? L'eutanasia infantile secondo la legislazione olandese.
Mentre scrivevo, sono stato costantemente angustiato da un pensiero: in questo mondo ci sono troppi individui che non rispettano la Vita e ho la sconfortante impressione che, giorno dopo giorno, il loro numero aumenti in quantità considerevole.
E' pur vero che ci sono parecchie famiglie che quotidianamente si prodigano affinché il diritto a una vita degna di essere vissuta diventi una certezza per tutti e per chiunque ( le famiglie riunitesi nell'associazione Coordown ne sono un esempio splendido per sentimnti e tenacia), ma è una realtà altrettanto presente quella che vede degli esseri umani darsi un gran da fare per programmare con puntiglio ottuso la morte prematura, innaturale, dei propri simili.
Beh, lasciamo stare. Per adesso. In seguito, sono certo che ci sarà più di un'occasione per parlare di certi argomenti tristissimi con chi seguirà il progredire del presente blog. A trattarli meglio di me ci penseranno principalmente quelli del gruppo che s'è formato per sostenermi nell'avventura nell'universo di Internet e mi sembra che mio papà lo stia già facendo, nella stesura dello scritto intitolato "Il desiderio di un padre".
Scritto l'articolo, che era risultato lunghetto, il contenuto era piaciuto a chi avrebbe dovuto pubblicarlo. Sfortunatamente, però, si era subito presentato un ostacolo che aveva impedito la sperata pubblicazione. Avevo impostato un articolo su una questione, l'eutanasia per l'appunto, che aveva acceso un dibattito politico e, per giunta, la pubblicazione sarebbe dovuta avvenire in un lasso di tempo "consacrato" alla campagna elettorale. Stando così le cose e poiché nel mio scritto elogiavo sentitamente e unicamente l'umanità del pensiero espresso dall'allora ministro Carlo Giovanardi, si era presto formata e affermata l'idea che il mio articolo fosse decisamente di parte e quindi, secondo i criteri della par condicio, poco adatto ad essere pubblicato in quella precisa circostanza.
Ritengo quasi superfluo ribadire al lettore che io non ho un colore politico preferito e, quando decido di elogiare una persona, lo faccio esclusivamente perché un suo particolare modo di agire o di comunicare ha suscitato la mia ammirazione e il mio entusiasmo. Poco m'importa che il prescelto dai miei sentimenti sia di sinistra o di destra o di centro. Distinzioni che, per mia fortuna, ancora mi sembrano "cavolate", generatrici di conflitti di potere e di classe, del tutto nocivi per il vero bene della vita sociale. Inoltre, voglio far rilevare che la rigida applicazione di qualsiasi norma, che la società si è data, fa travisare parecchio la realtà. Nel mio caso, ad esempio, risulta che io, avendo scritto un articolo con un determinato contenuto, che sembra indirizzato di proposito verso una parte ben precisata, vengo considerato, secondo la par condicio applicata dall'Autority, politicamente schierato. Fazioso! Deduzione completamente errata, nettamente discosta dalla verità.
Comunque, mi son detto "pazienza" e, allontanata l'amarezza, non ci ho pensato più.
Ma ecco che in questi ultimi giorni il tema "Eutanasia" è ritornato di attualità e ci è voluta la sensibilità di Tony Assante a far sì che il mio scritto abbandonato fosse ripescato. Egli si è ricordato di averlo letto tempo addietro, grazie alla premura divulgatrice di un'amica comune, e ha ritenuto che la sua pubblicazione potesse rappresentare un piccolo contributo particolare in merito alla più generale discussione odierna sull'eutanasia.
Ecco, ho terminato la mia presentazione dell'articolo, che forse qualcuno avrà la volontà di leggere, e magari commentare. Non mi resta altro da fare che ringraziare di nuovo e sentitamente il signor Tony Assante e scrivere qui sotto il titolo dell'articolo su cui cliccare per leggerlo. Arrivederci!
Fabio Lombardi
----------------------------------
----------------------------------
Partecipando all'entusiasmo con cui mio figlio Fabio ha accolto la pubblicazione di un proprio scritto, colgo qui l'occasione per ricordare che domenica 8 ottobre si svolgerà la manifestazione relativa alla Giornata Nazionale della Persona Down (una ricorrenza la cui data coincide con la seconda domenica di ottobre di ogni anno). Un appuntamento che può fornire momenti di riflessione proficua non solo alle persone direttamente interessate alla "problematica" specifica. Di sicuro! Abbiamo la bontà e la purezza in mezzo a noi, impariamo a comprenderle, piuttosto che continuare a guastarle, come è stato fatto fino ad ora. Capisco benissimo che principiare a comprendere bontà e purezza nella loro più ingenua manifestazione esistenziale possa spaventare chi riserva la propria ammirazione per la scaltrezza della ragione, per l'astuzia di Ulisse, diventato l'emblema di un progresso frenetico. Ma si tratta d'impressioni che svaniscono presto, man mano che la comprensione si perfeziona. Ora, non voglio negare che riflessioni di questo genere possano indurre perfino a gettare un'occhiata critica sul vissuto di chi trova la volontà e l'energia per intraprenderle, ma, per far intuire subito qualcosa che possa incoraggiare, voglio far presente che parecchi personaggi illuminati, vissuti in un'epoca più prossima della nostra a quella del mitico Ulisse, di costui avevano un'opinione ben diversa da quella propagandata dai moderni fautori del progresso. Cito Sofocle, per proporre un chiaro esempio tra i tanti, che nell'Aiace fa parlare il suo tragico eroe con queste parole: "-O di Laerte figliuolo dai cento / volti, o di mali perpetuo strumento / dell'esercito sozzo volutabro..."
"Volutabro"! Perfetto! Pozzanghera in cui si rotolano i porci! Latrina dell'esercito che, come tutti gli eserciti, è sozzo.
"-Concesso mi sia quel sozzo furbo trafiggere!"
E nel Filottete Neottolemo dice: "-...spogliato / dei beni miei da Ulisse, dal tristissimo / tra tutti i tristi. E non dò tanto a lui / la colpa, quanto a quelli che comandano; / ché tutta la città, tutto l'esercito / sono di chi li guida; e chi male opera, / tristo diviene pei costumi tristi / dei suoi maestri."
Quanti insegnamenti ottimi in poche parole! E ce ne sono stati tanti altri che si sono premurati di darne, oltre a Sofocle, ma l'Occidente, per immortalare le proprie "radici", dal passato ha sempre prelevato con cura il peggio e non ha ancora smesso di propagandarlo.
Lorenzo Lombardi
--------------------
0 Comments:
Posta un commento
<< Home