UNA RIFLESSIONE IMPORTANTE
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SEDE
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Prima che
il lettore si adoperi per approfondire con intima sensibilità la conoscenza del
PROGETTO dell’Associazione Contatto
Natura, desideriamo offrire
uno spunto per una meditazione di basilare importanza esistenziale.
UNA RIFLESSIONE IMPORTANTE
E’ palese per chiunque
che la Natura, fin dall’Origine, abbia messo in atto l’Iperbole della Varietà,
ovvero la manifestazione creativa della Varietà Infinita. Ovvio che, in questo
Contesto, le diversità siano tali e tante da tendere all’infinito, ed è
altrettanto ovvio che tutte facciano parte integrante dell’Unica Idea Creativa
e perciò siano assolutamente necessarie le une alle altre, in una sorta di
simbiosi mutualistica.
Malauguratamente, il
mondo è stato interamente monopolizzato dai normodotati, senza alcun rispetto
dello spazio naturalmente spettante alle molteplici diversità, per la presenza
delle quali la Natura si è prodigata con Onniscienza e Onnipotenza fin
dall’Origine. Oggi, più di sempre, siamo spettatori consapevoli e sbalorditi
davanti all’entità mostruosa dello scempio del mondo e, se cerchiamo
scrupolosamente le cause di tale rovina, troviamo che gli errori maggiori sono
stati compiuti proprio sotto l’influenza della mancanza di rispetto delle
diversità. Le varietà della flora e della fauna sono state depauperate con
noncuranza fino al punto di compromissione dell’intero Ecosistema e la globalizzazione sta inferendo il colpo
fatale anche alle diversità della specie umana. Se l’Uomo, che si è sempre
reputato intelligente, avesse avuto precisa cura di non invadere lo spazio
vitale di tutti gli altri esseri viventi, se avesse compreso che gli esseri
viventi sul nostro pianeta hanno esigenze esistenziali diversificate e
naturalmente singolari, la sua condotta sarebbe stata diretta da giuste
limitazioni naturali e oggi il mondo non si troverebbe in una condizione di
estrema sofferenza. Si può quindi concludere che non rispettare le esigenze
delle diversità naturali è una colpa grave che genera continuamente effetti funesti,
che a noi, oggi, si stanno presentando come fatali.
Ora consideriamo in
particolare la diversità relativa ai disabili naturali.
I disabili naturali si differenziano dalle altre tipologie di
disabili per delle questioni esistenziali di grande importanza spirituale.
Cerchiamo di capire perché, pur senza approfondire del tutto l’argomento in
questo contesto di scrittura. Il lettore acuto comprenderà ugualmente quanto
d’importante c’è da capire, principalmente per se stesso.
Un disabile, reso tale
da un incidente, non può che imputare all’Uomo la causa del suo stato. In gran
parte, anche i disabili per malattia possono trovare nell’Uomo, con il suo
dissennato inquinamento ambientale e con la sua stressante condotta di vita, la
causa del loro stato. Perfino i tanti bimbi, che in tutto il mondo diventano
disabili per denutrizione, devono il loro stato all’insensibile condotta
dell’Uomo. Ma i disabili naturali sono tali per colpa di chi? Vogliamo
incolpare la Natura per aver concesso loro la vita? La Stessa che ha dato la
vita anche ai normodotati? Vogliamo incolpare la Natura e quindi correggerla?
Magari eliminando i disabili naturali, come per il passato, o trascurandoli,
che equivale a far loro patire un supplizio lungo tutta una vita? Vuole l’Uomo
correggere la Natura e porsi come antagonista ad Essa pur essendo
un’infinitesima parte della Stessa? Può permettersi di farlo per davvero?
Ecco che, concorrere
alla soluzione delle problematiche dei disabili naturali, diventa il fattore
principale per mantenere vivi e stabili il senso e il valore dell’esistenza di
chiunque.
C’è chi è casualmente normodotato proprio perché
c’è chi è casualmente disabile
naturale. Il normodotato sarebbe potuto essere un disabile naturale e
viceversa. Ed è chiaro che, sia ai normodotati sia ai disabili naturali, la
Natura ha concesso di esistere. Quindi, in breve: sia normodotati sia disabili
naturali provengono dallo stesso “Posto”
e allo stesso “Posto” sono diretti e
a tutti è stata donata la vita, ovvero il Diritto Naturale di vivere secondo se
stessi.
Nonostante questo
Diritto Naturale, che l’Uomo non dovrebbe permettersi di alienare, in un mondo
allestito esclusivamente su misura per i normodotati i disabili naturali
incontrano gravi difficoltà nel tentativo di condurre un’esistenza secondo se
stessi, che elargisca loro quel tanto di gratificazioni adatte a dare un senso
alla loro vita. Una vita che pretende assai meno di quanto pretenda la vita di
un normodotato.
Il Senso di
un’esistenza è dato dalla possibilità, in primo luogo ambientale, di vivere
secondo se stessi, ovvero di trarre gratificazioni dal proprio modo di essere.
Una condotta che permette allo spirito di maturare e fortificarsi fino al
raggiungimento di una precisa identità inconfondibile, tale da non poter più
essere confusa, al termine del proprio percorso terreno, con l’Infinita Energia
Anonima dalla quale è pervenuto alla Vita e nella quale ritornerebbe fatalmente
dopo aver trascorso la propria esistenza nel nonsenso.
Ora, se l’esistenza di
qualcuno, a cui la Natura ha donato la vita, risulta priva di senso e quindi di
valore, non pretendano, tutti coloro i quali lasciano che ciò accada, che nel
momento fatale venga attribuito un qualche valore alla loro stessa esistenza.
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