I° - FINE DELLA SCUOLA E INIZIO DELLA VITA? DAVVERO?!
"La sua difficoltà si chiama Sindrome di Down. E' bastato credere nelle proprie capacità, nello studio e nella scuola per superarla. Tenacia, coraggio, impegno e una buona dose di sangue freddo per tenere a bada le emozioni e alla fine i fatti gli hanno dato ragione."
TESTO DELL'ARTICOLO SCRITTO DALLA GIORNALISTA ALESSANDRA VENDRAME PER IL GAZZETTINO (di Treviso) DEL 6 LUGLIO 2005
LA SODDISFAZIONE DEI GENIORI E DEGLI INSEGNANTI PER IL RISULTATO OTTENUTO CON UN DURO LAVORO LUNGO I CINQUE ANNI DELLE SUPERIORI. UNA DOCENTE: -E' PRECISO, SISTEMATICO, CON UNA GRANDE VOLONTA'.-
PER FABIO UN "CENTO" ALLA MATURITA' CHE VALE DOPPIO
PARLA IL RAGAZZO DOWN CHE AL BESTA SI E' DIPLOMATO CON IL MASSIMO DEI VOTI: -HO STUDIATO TUTTO- DICE CON SEMPLICITA' -E HO SAPUTO DIRE TUTTO.-
-Ho studiato tutto. Ho saputo dire tutto.- Poche ma decise le parole di un neo diplomato da cento centesimi che ha creduto che nessuna difficoltà è più grande dei propi sogni; se per realizzarli ci si mette una tenacia di ferro e tanta voglia di studiare. Fabio Lombardi, studente della 5B all'Istituto professionale per il Commercio Fabio Besta, ha preso il massimo alla maturità, vivendo la sua difficoltà: la sindrome di Down. In cinque anni di scuola superiore è sempre stato uno studente dalla media dell'otto/nove. Agli scritti dell'esame di Stato ha raggiunto il massimo dei voti. E all'orale ha risposto a tutte le domande senza battere ciglio e senza farsi prendere dall'emozione. -Al di là del voto, Fabio insegna che, dove c'è fiducia e impegno, qualsiasi integrazione è possibile.-, raconta il papà Lorenzo. -E' un segno d'integrazione sociale riuscita.-
A quel cento tondo tondo Fabio ci è arrivato solo con le proprie forze, con le sue capacità, con il suo impeccabile autocontrollo: - Ho studiato tanto, tutti i giorni.-, confida mentre sta festeggiando il cento con papà Lorenzo, la mamma Giustina e la sorella Laura. Durante le prove scritte e l'interrogazione, ha voluto farcela con le sue gambe, senza alcun sostegno, al quale avrebbe avuto comunque diritto. Una mano l'ha avuta soltanto da un metodo di studio, chiamato "Feuerstein", adottato dagli insegnanti di sostegno della scuola. Una scuola che cerca di tirare fuori le capacità degli studenti che, come Fabio, portano adosso qualche difficoltà. ma nè le tecniche di apprendimento su misura nè le prove d'esame semplificate gli hanno tolto o regalato nulla. -Fabio è uno studente preciso, sistematico, dalla grande forza di volontà, dotato di una grande capacità di osservazione.-, parla così la professoressa Annalisa Paris, docente di sostegno del suo allievo al Besta. In certi casi, con in mano il computer e delle immagini, Fabio è riuscito ad esprimere quello che con le parole non riesce a dire. -Fabio ha seguito un percorso di studio personalizzato e allo stesso tempo ha frequentato le lezioni in classe.-, spiega la professoressa Paris, -Il computer e la lettura di immagini sono serviti come risorsa in più per l'apprendimento. Poi c'è stata la mediazione dell'insegnante di sostegno.-
Il maturo da cento centesimi ha dimostrato di saperci fare anche con il lavoro. L'anno scorso ha frequentato degli stage in un supermercato di Ponzano Veneto, dove ha svolto attività in negozio, e nella segreteria di un liceo di Mogliano Veneto. Attività messe a punto dalla scuola in collaborazione con il servizio di integrazione al lavoro (S.I.L.) dell'Usl 9. Ora, dopo la maturità, per il centino del Besta non è ancora arrivato il momento di mettere da parte i libri. Il prossimo anno frequenterà un corso di specializzazione in servizi turistici.
Alessandra Vendrame
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